Rappresentazione: | in lingua italiana |
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Titolo tradotto/originale: | Le pardon de Ploërmel |
Luogo di rappresentazione: | Venezia, Teatro La Fenice |
Data : | Giovedì 09 Gennaio 1868, ore 20:00 |
Stagione: | Stagione di Carnevale-Quaresima |
Prima assoluta: | Paris, Opéra, 4.IV.1859 |
Personaggi | Interpreti |
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1. Dinorah | Camilla De Maesen |
2. Corentino | Antonio Minetti |
3. Hoel | Luigi Merly |
4. Un Cacciatore | Giovanni Maffei |
5. Un mietitore | Arcangelo Cruciani |
6. Un capraio | Clementina Amaldi |
7. Una capraia | Giuseppina Gavotti |
Responsabili | |
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Scenografo | Cesare Recanatini |
Direttore d'orchestra e Maestro concertatore | Nicola De Giosa |
Traduttore | Achille De Lauzières |
Dinorah ossia il pellegrinaggio a Plormel. Opera semiseria in tre atti parole di Giulio Barbier e Michele Carrè Versione italiana di Achille De Lauzières musica di Giacomo Meyerbeer da rappresentarsi al teatro La Fenice in Venezia il Carnevale 1867-68, Milano-Napoli-Firenze, Tito di Gio. Ricordi, s.d., 44 pp., 18 x 11,5 cm, Dramm. 720; Dramm. 721 non per il teatro.
I.1: Luogo alpestre e selvaggio, rischiarato dagli ultimi raggi del tramonto. Sul davanti la capanna di Corentino. Porta a dritta. In fondo una finestra bassa. A sinistra un vecchio seggiolone; tavola e credenza rustiche. Molti viottoli s'incrociano ai fianchi della collina che domina la capanna. Qua e là macchie ed alberi torti dal vento. Larghe zone luminose solcano l'orizzonte. II.1: Un bosco di betulle, schiarato dalla luna. II.4: Una landa deserta, che si estende a perdita di sguardo fino al mare. Qua e là grandi pietre druidiche. In fondo un burrone, di cui un albero rovesciato riunisce i due capi. Più lontano un largo stagno cinto di canne. Le acque sono ritenute da argini che impediscono di traboccare e d'inondare la landa. E' notte oscura piena. Qualche baleno solca l'orizzonte. Il vento soffia. Spessi nuvoli corrono il cielo. III.1: Un sito agreste. - Albeggia.
Sola sinfonia: 9.II; 3.III, 11, 17; - Sinfonia e atto II (terminando con l'aria dell'Ombra): 23.II.